martedì 3 gennaio 2012

IL PRIMATO DELLA DEMOCRAZIA

Un popolo legato alla sua storia,alla sua  terra, ad una maniera di vivere e di produrre capace di mantenere e di migliorare le sue condizioni di vita ed il grado di civiltà, di equità e di giustizia raggiunto,è un popolo capace di amministrarsi ed allora  Viva la Democrazia.
Il Primato della Democrazia è proprio l'espressione di una maturità civile.Quando questa non si raggiunge e rimane solo una minoranza a praticare una laica virtù democratica,si arriva ai saturnali celebrati in quello che dovrebbe essere il santuario della vita civile,il Parlamento.
La memoria corre naturaliter alla scena del discorso di Prodi alla Camera,che, sicuro di essere in minoranza,volle ottenere la sconfitta nella sede deputata,per rigoroso rispetto verso l'espressione della volontà popolare e perché disse,e non è stato smentito dai fatti,che sarebbero seguiti anni bui.
Forse la storia cominciò da Tangentopoli con lo sfascio dei partiti.L'errore di fondo fu nel non rendere lecito e pubblico il finanziamento dei partiti e di considerare ugualmente ladro chi ha raccolto per finanziare il partito e chi ha intascato in proprio.Dal disfacimento dei partiti e dalla diffusa e spesso provata convinzione della loro corruzione,nacque l'antipolitica di Forza Italia:il rigetto della politica,il
"ghe pensi mi". Avrebbe permesso che il benessere dei politici diventasse benessere popolare.Anche la giustizia del "pool" di Borrelli non avrebbe impressionato più di tanto potendosi ad essa sfuggire con continue legiferazioni
ad personam.Ed il fatto di insediare la contrapposizione tra l'amministrazione della  giiustizia ed il Parlamento stesso,ha rotto l'equilibrio dei poteri finché ciascuno ha agito oltre i propri limiti per difendere il proprio prestigio ed il proprio interesse. Si è venuta a creare una classe di potere dominante e, di riflesso, sono proliferati,anche a livello di enti locali,anche a livello di parastato le oligarchie del potere e degli affari.
Il carattere fideistico di una ideologia neoliberale tesa alla difesa degli affari propri e del proprio gruppo ha avuta influenza determinante "sull'immaginazione e sull'agenda politica del PCI (tramontata l'antica aspirazione di Togliatti di unire
il popolo cattolico e quello di sinistra,ripresa dalle "vie parallele" di Aldo Moro ucciso da una congiura di servizi segreti,tra il pianto di Paolo VI e l'indifferenza dei politici al potere,la sinistra italiana si è data al relativismo ed al culto
liberalsoicialradicale degli affari).
Nel novecento la struttura della società si articolava in classi.La classe era un
insieme omogeneo per censo, cultura,costume di vita. Con il tramonto dell'insieme classe la scala sociale ha teso sempre più ad assottigliare la parte media,ad avere la ricchezza concentrata al vertice nelle mani del 10% della popolazione ed un'ampia e popolosa estensione alla base sui livelli dell'appena sufficiente,parzialmente sufficiente ed insufficiente per vivere.
Tra gli estremi della scala sociale si pone un insieme eterogeneo vario ed impossibile da unificare per costumi ed origini completamente diversi.
In questo tipo di società, alla crisi dei valori si è aggiunta una crisi economica
che ha intaccato le basi dell'organizzazione della produzione.
Nella incapacità manifesta della classe politica di affrontare l'assalto di una speculazione che si espande in una economia informatica,dove il guadagno speculativo è reale,l'oggetto  commercializzato può essere virtuale, si è avanzata l'ipotesi ed attuato il governo tecnico oggi vigente.
Il governo tecnico si è prospettato allora come sostitutivo ed alternativo alla perenne ed inconcludente dialettica degli opposti schieramenti.
Alla ricerca di un argine efficace alla crisi economica ed al superamento della incapacità decisionale di un parlamento ingessato dagli interessi delle lobby, gruppi di potere interni ed esterni al parlamento ma,comunque,agganciati e
determinanti per l'orientamento e le decisioni di esso.
La diffusione dell'affarismo,la legge elettorale,la rappresentanza parlamentare divenuta aristocrazia del potere, l'uso ad personam del legiferare divenuto con le leggi ad personam un mezzo per evitare la severità della giustizia,avevano nei fatti creato un blocco della democrazia,per cui la rappresentanza parlamentare
difendeva gli interessi di parte,ma non legiferava per il popolo.
Il governo tecnico è allora apparso ed era l'unico rimedio accettabile,poiché andare al voto, con quella legge elettorale e quella casta padrona,non avrebbe cambiato nulla ma ,sicuramente, avrebbe portato l'Italia al fallimento.
Con il governo tecnico il default viene evitato,ma le caratteristiche della tecnica,l'oggettività dell'esame critico e la conseguenzialità delle decisioni, hanno ferito il popolo.Considerata la difficoltà - televisivamente dichiarata- di identificare i cespiti e la necessità di provvedere al reperimento delle somme della manovra senza incontrare ostacoli capaci di rimandare a casa il governo, si sono colpiti poveri e deboli. Da un parlamento con democrazia bloccata ad un governo tecnico che esamina con cruda obbiettività e decide di conseguenza.Né i poveri
né i deboli sono colpiti solo dalla manovra,ma anche dall'aumento del costo della vita che imporrà, in un anno, migliaia di euro di
sacrifici. Ma più grave, pericolosa per la salute, è la rarefazione dell'assistenza.
I governi centrale e locali sono incapaci di cancellare prebende concertate in ristrette riunioni interpartitiche, previdenze enormi, stipendi da ricconi e pensioni baby che gonfiano la spesa pubblica. Il governo tecnico ha da subito avuta coscienza di non poter cancellare gli abusi. E' andato, per sua chiara ed espressa ammissione, nel fattibile. Vi sono alcuni provvedimenti al limite della legalità - come la cancellazione con effetto retroattivo di diritti già acquisiti - che provocano inquietudine sociale ed istigano la mobilitazione civile.
Non era pensabile che un governo di tecnici,del massimo livello,potesse salvare
l'Italia dal default e contemporaneamente rappresentare i bisogni dei cittadini e
mantenere l'approvazione universale. Il consenso che esso mantiene è dovuto al fatto che riesce a trattenere l'Italia dal baratro.Adotta i provvedimenti compatibili
con il consenso dell'attuale parlamento.Nessuno può dire che questo parlamento rappresenta gli interessi del popolo italiano,perché rappresenta quelli della casta padrona. Sebbene il comportamento del governo appaia corretto e nei fatti sembra raggiungere l'obbiettivo prefissato di evitare il default, si può dire che esso non rappresenta il popolo italiano, così come non lo rappresenta l'attuale
parlamento.Come saremmo potuti,altrimenti, arrivare alla scala sociale del 10% dei ricchi e del 90% tra l'appena sufficiente, parzialmente sufficiente ed insufficiente per vivere? Poter vivere tutti da cittadini che hanno dignità e mezzi sufficienti e sicurezza ed etica ed amore per la propria terra in maniera da non devastarla significa essere Democrazia. E poiché nessuno ha saperi ed educazione innati occorrono buoni maestri. E poiché i maestri devono conoscere l'arte di bene amministrare occorre che siano onesti capaci e dotti politici.

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