mercoledì 5 giugno 2013
















 

LA   GIOIA DELLA FAMIGLIA

Dall'inizio dell'anno avevo vista Magda scostante, chiusa in se stessa, scarsamente comunicativa e sempre seria. Chiesi ai docenti il perché di questo cambiamento e mi dissero che non ne sapevano niente, che avevano convocato i genitori ma non si erano fatti vivi. Dissi alla signora del centralino di comunicare con la famiglia e di invitare la madre in presidenza. La risposta fu che la madre non stava bene, era esaurita e non poteva venire.
Dopo Natale si presentò l'insegnante di italiano con il compito "Lettera a mio padre" svolto dalla ragazza. Ne svolgo una ricostruzione approssimativa per quel che mi consente la mia debole memoria.
"Caro papà
tu stai lontano , non ti vedo da mesi. Sei andato a vivere con......Io però ti penso sempre e ti voglio bene sempre. Non mi trovo bene né con mamma né con la nonna. Ora che tu non ci stai tutti dicono che io sono insopportabile e mi scostano. In famiglia non si sta bene. Pure io non sto bene ed dovrò operarmi tra breve perché ho un tumore. Ti vorrei vedere, ma se ti è di fastidio, non venire."
Le parole non sono quelle sue, ma il senso sì.
I problemi li risolvevo sempre con il Presidente del Consiglio, un graduato ,una perla di uomo. E così il papà, anch'egli un graduato venne e parlò con la figlia. Chiese alla docente di leggere il compito e pianse. La storia finì bene. La famiglia si ricompose. La ragazza si operò ed il tumore fu asportato con successo.
Non sempre le cose sono finite bene ed ogni volta il disagio familiare ha prodotto danno ai figli. Due sorelle prime nelle rispettive classi - una fu rimandata e l'altra , la più piccola , addirittura respinta.
Vi è stato il ragazzo divenuto bulimico e la ragazza divenuta astenica e nevrotica. Sempre il disagio familiare ha provocato danno ai figli. Ed ho visto che la paternità e la maternità responsabile sono un bene prezioso ed accompagnano i figli dal concepimento fino all'età adulta e gli consentono di superare le difficoltà della vita e di divenire a loro volta bravi genitori .Con l'aiuto del Signore.










lunedì 23 gennaio 2012

SANTITA' DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA


 

L'uomo e la donna, che per il patto di amore coniugale «non sono più due, ma una sola carne» (Mt 19, 6), prestandosi un mutuo aiuto e servizio con l'intima unione delle persone e delle attività, esperimentano il senso della propria unità e sempre più pienamente la raggiungono.
Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità.
Cristo Signore ha effuso l'abbondanza delle sue benedizioni su questo amore multiforme, sgorgato dalla fonte della divina carità e strutturato sul modello della sua unione con la Chiesa.
Infatti, come un tempo Dio venne incontro al suo popolo con un patto di amore e fedeltà, così ora il salvatore degli uomini e sposo della Chiesa viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Inoltre rimane con loro perché, come egli stesso ha amato la Chiesa e si è dato per essa, così anche i coniugi possano amarsi l'un l'altro fedelmente, per sempre, con mutua dedizione.
L'autentico amore coniugale è assunto nell'amore divino ed è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dall'azione salvifica della Chiesa, perché i coniugi, in maniera efficace, siano condotti a Dio e siano aiutati e rafforzati nella sublime missione di padre e madre.
Per questo motivo i coniugi cristiani sono corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato. Ed essi, compiendo in forza di tale sacramento il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dallo spirito di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, e perciò insieme partecipano alla glorificazione di Dio.
Di conseguenza, prevenuti dall'esempio dei genitori e dalla preghiera in famiglia, i figli, ed anzi tutti quelli che convivono nell'ambito familiare, troveranno più facilmente la strada della formazione umana, della salvezza e della santità. Quanto agli sposi, insigniti della dignità e responsabilità di padre e madre, adempiranno diligentemente il dovere dell'educazione, soprattutto religiosa, che spetta prima di ogni altro a loro.
I figli, come membra vive della famiglia, contribuiscono pure a loro modo alla santificazione dei genitori. Risponderanno, infatti, ai benefici ricevuti dai genitori con affetto riconoscente, con devozione e fiducia; e saranno loro vicini, come si conviene a figli, nelle avversità e nella solitudine della vecchiaia.

mercoledì 11 gennaio 2012

Caro fratello in Cristo



Caro fratello in Cristo,

mi spinge a scriverti la volontà di venir fuori da questo lago di miseria e di corruzione
che tende ad affondarci.
Esiste oggi necessità di unirsi nella difesa del diritto che a ciascun cittadino italiano
deriva dalla Costituzione, vedere soddisfatti i propri bisogni primari. E’ necessario
unirsi gli uni agli altri in questo tempo di miseria e di incredulità.

Prima della crisi economica attuale secondo l’Istat 2,6 milioni di famiglie vivevano al di sotto della soglia di povertà.
 Nel  2010 l’ISTAT calcola 1.156.000 famiglie in povertà assoluta, cioè impossibilitate a soddisfare i propri bisogni primari (4,6% delle famiglie italiane) e 2.734.000 (11%)
in povertà relativa,famiglie che, per arrivare a fine mese, devono intaccare i propri risparmi oppure ricorrere a prestiti.
La situazione è peggiorata perché si sono aggiunti 300.000 nuovi disoccupati ed un aumento del 30% del costo della vita. I disoccupati ed il costo della vita continuano ad aumentare.
Le famiglie derivanti da unioni non sacramentali hanno difficoltà a mantenersi unite in queste emergenze. Le famiglie cattoliche riescono nella fede a sopportare le difficoltà ed a progettare un riscatto.
L’associazione delle famiglie cattoliche italiane è necessaria perché:
a)vivendo nella fede si affrontano con forza e serenità i momenti difficili;
b)vivendo il secondo comandamento gli uni aiutano gli altri;
c)nella loro unione le famiglie riescono ad opporsi in maniera vincente alle prepotenze di cui vive e si consuma il mondo di oggi.
L’Italia degli anni del benessere e del welfare è nata da iniziativa ed azione cattolica.
Non dimentichiamolo.
Lo spirito di “Evangelizzazione e Promozione umana che la Chiesa, sin dagli anni settanta,ha proclamato e diffuso nel mondo, trova oggi in Italia un campo di applicazione che ci consentirà di riscattarci dal bisogno e dalla corruzione.
La mia proposta perciò è di costituire nel nome di “Cristo Regni”   “l’Associazione della famiglie cattoliche italiane”.
Comincia ad edificarla come operaio laborioso nella tua Parrocchia.
Rispondimi.
Confortami dicendo che condividi la mia idea. Oltre quelle dette vi sono altre mille ragioni per attuarla.
Aspetto con ansia il tuo parere

e-mail: termag@hotmail.it                        Vincenzo   Cicala

martedì 3 gennaio 2012

IL PRIMATO DELLA DEMOCRAZIA

Un popolo legato alla sua storia,alla sua  terra, ad una maniera di vivere e di produrre capace di mantenere e di migliorare le sue condizioni di vita ed il grado di civiltà, di equità e di giustizia raggiunto,è un popolo capace di amministrarsi ed allora  Viva la Democrazia.
Il Primato della Democrazia è proprio l'espressione di una maturità civile.Quando questa non si raggiunge e rimane solo una minoranza a praticare una laica virtù democratica,si arriva ai saturnali celebrati in quello che dovrebbe essere il santuario della vita civile,il Parlamento.
La memoria corre naturaliter alla scena del discorso di Prodi alla Camera,che, sicuro di essere in minoranza,volle ottenere la sconfitta nella sede deputata,per rigoroso rispetto verso l'espressione della volontà popolare e perché disse,e non è stato smentito dai fatti,che sarebbero seguiti anni bui.
Forse la storia cominciò da Tangentopoli con lo sfascio dei partiti.L'errore di fondo fu nel non rendere lecito e pubblico il finanziamento dei partiti e di considerare ugualmente ladro chi ha raccolto per finanziare il partito e chi ha intascato in proprio.Dal disfacimento dei partiti e dalla diffusa e spesso provata convinzione della loro corruzione,nacque l'antipolitica di Forza Italia:il rigetto della politica,il
"ghe pensi mi". Avrebbe permesso che il benessere dei politici diventasse benessere popolare.Anche la giustizia del "pool" di Borrelli non avrebbe impressionato più di tanto potendosi ad essa sfuggire con continue legiferazioni
ad personam.Ed il fatto di insediare la contrapposizione tra l'amministrazione della  giiustizia ed il Parlamento stesso,ha rotto l'equilibrio dei poteri finché ciascuno ha agito oltre i propri limiti per difendere il proprio prestigio ed il proprio interesse. Si è venuta a creare una classe di potere dominante e, di riflesso, sono proliferati,anche a livello di enti locali,anche a livello di parastato le oligarchie del potere e degli affari.
Il carattere fideistico di una ideologia neoliberale tesa alla difesa degli affari propri e del proprio gruppo ha avuta influenza determinante "sull'immaginazione e sull'agenda politica del PCI (tramontata l'antica aspirazione di Togliatti di unire
il popolo cattolico e quello di sinistra,ripresa dalle "vie parallele" di Aldo Moro ucciso da una congiura di servizi segreti,tra il pianto di Paolo VI e l'indifferenza dei politici al potere,la sinistra italiana si è data al relativismo ed al culto
liberalsoicialradicale degli affari).
Nel novecento la struttura della società si articolava in classi.La classe era un
insieme omogeneo per censo, cultura,costume di vita. Con il tramonto dell'insieme classe la scala sociale ha teso sempre più ad assottigliare la parte media,ad avere la ricchezza concentrata al vertice nelle mani del 10% della popolazione ed un'ampia e popolosa estensione alla base sui livelli dell'appena sufficiente,parzialmente sufficiente ed insufficiente per vivere.
Tra gli estremi della scala sociale si pone un insieme eterogeneo vario ed impossibile da unificare per costumi ed origini completamente diversi.
In questo tipo di società, alla crisi dei valori si è aggiunta una crisi economica
che ha intaccato le basi dell'organizzazione della produzione.
Nella incapacità manifesta della classe politica di affrontare l'assalto di una speculazione che si espande in una economia informatica,dove il guadagno speculativo è reale,l'oggetto  commercializzato può essere virtuale, si è avanzata l'ipotesi ed attuato il governo tecnico oggi vigente.
Il governo tecnico si è prospettato allora come sostitutivo ed alternativo alla perenne ed inconcludente dialettica degli opposti schieramenti.
Alla ricerca di un argine efficace alla crisi economica ed al superamento della incapacità decisionale di un parlamento ingessato dagli interessi delle lobby, gruppi di potere interni ed esterni al parlamento ma,comunque,agganciati e
determinanti per l'orientamento e le decisioni di esso.
La diffusione dell'affarismo,la legge elettorale,la rappresentanza parlamentare divenuta aristocrazia del potere, l'uso ad personam del legiferare divenuto con le leggi ad personam un mezzo per evitare la severità della giustizia,avevano nei fatti creato un blocco della democrazia,per cui la rappresentanza parlamentare
difendeva gli interessi di parte,ma non legiferava per il popolo.
Il governo tecnico è allora apparso ed era l'unico rimedio accettabile,poiché andare al voto, con quella legge elettorale e quella casta padrona,non avrebbe cambiato nulla ma ,sicuramente, avrebbe portato l'Italia al fallimento.
Con il governo tecnico il default viene evitato,ma le caratteristiche della tecnica,l'oggettività dell'esame critico e la conseguenzialità delle decisioni, hanno ferito il popolo.Considerata la difficoltà - televisivamente dichiarata- di identificare i cespiti e la necessità di provvedere al reperimento delle somme della manovra senza incontrare ostacoli capaci di rimandare a casa il governo, si sono colpiti poveri e deboli. Da un parlamento con democrazia bloccata ad un governo tecnico che esamina con cruda obbiettività e decide di conseguenza.Né i poveri
né i deboli sono colpiti solo dalla manovra,ma anche dall'aumento del costo della vita che imporrà, in un anno, migliaia di euro di
sacrifici. Ma più grave, pericolosa per la salute, è la rarefazione dell'assistenza.
I governi centrale e locali sono incapaci di cancellare prebende concertate in ristrette riunioni interpartitiche, previdenze enormi, stipendi da ricconi e pensioni baby che gonfiano la spesa pubblica. Il governo tecnico ha da subito avuta coscienza di non poter cancellare gli abusi. E' andato, per sua chiara ed espressa ammissione, nel fattibile. Vi sono alcuni provvedimenti al limite della legalità - come la cancellazione con effetto retroattivo di diritti già acquisiti - che provocano inquietudine sociale ed istigano la mobilitazione civile.
Non era pensabile che un governo di tecnici,del massimo livello,potesse salvare
l'Italia dal default e contemporaneamente rappresentare i bisogni dei cittadini e
mantenere l'approvazione universale. Il consenso che esso mantiene è dovuto al fatto che riesce a trattenere l'Italia dal baratro.Adotta i provvedimenti compatibili
con il consenso dell'attuale parlamento.Nessuno può dire che questo parlamento rappresenta gli interessi del popolo italiano,perché rappresenta quelli della casta padrona. Sebbene il comportamento del governo appaia corretto e nei fatti sembra raggiungere l'obbiettivo prefissato di evitare il default, si può dire che esso non rappresenta il popolo italiano, così come non lo rappresenta l'attuale
parlamento.Come saremmo potuti,altrimenti, arrivare alla scala sociale del 10% dei ricchi e del 90% tra l'appena sufficiente, parzialmente sufficiente ed insufficiente per vivere? Poter vivere tutti da cittadini che hanno dignità e mezzi sufficienti e sicurezza ed etica ed amore per la propria terra in maniera da non devastarla significa essere Democrazia. E poiché nessuno ha saperi ed educazione innati occorrono buoni maestri. E poiché i maestri devono conoscere l'arte di bene amministrare occorre che siano onesti capaci e dotti politici.

venerdì 30 dicembre 2011

VIVA LA FAMIGLIA VIVA IL POPOLO DI DIO








Gesù disse ai genitori che l'avevano cercato con ansia per tre

lunghi giorni :"Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo

occuparmi delle cose del Padre mio? Ma essi non compresero le
sue parole. (Luca 2,29-30)
Giuseppe e Maria non ancora avevano presa coscienza della Missione
di Gesù. La Missione di Gesù non si compie nei brevi anni della
Sua predicazione,ma in tutta la SUA VITA ,dalla nascita. Giuseppe
e Maria partecipano ad essa secondo la Missione che Dio ha ad essi affidata e la Loro partecipazione all'opera redentrice di Gesù
continua tuttora. "questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai
il calcagno»".(genesi 14,15). In tutti i cuori compare Maria e la
Sua lotta con il serpente è aspra senza remissione di colpi. E tanti
ne salva con il Suo amore ed il Suo coraggio.
Ma Gesù ha avuto cura ed ha cura dei suoi genitori. Li ha presi
con sé. Nella casa di Nazareth Gesù collabora con Giuseppe nel
lavoro di falegnameria e lo sostituisce quando muore. Infatti
assiste la Madre fin sopra la Croce quando L'affida al
discepolo prediletto  Giovanni.
Nell'opera di Redenzione è coinvolta
la Sacra Famiglia. La famiglia stessa è stata costituita sul modello
della SS. Trinità e la Chiesa stessa è una grande e santa famiglia.
S. Maria Goretti è l'esempio di un giglio che ha le stesse cure
di una madre per i suoi fratellini e la sua casa. Il Suo martirio
avviene mentre la mamma vedova sta al lavoro mentre Maria accudisce
alla casa.
Quello di S. Giovanni Bosco è un esempio tipico di collaborazione
tra madre e figlio perché si assistono reciprocamente nel bisogno.
Il dissidio tra S. Francesco ed il padre è tipico tra padre e
figlio quando le due parti hanno una visione della vita opposta.
"Sono venuto a separare il figlio dal padre,la figlia dalla madre...:
e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa."( Matteo 10,35-36)
Non è questa una separazione automatica,ma una separazione derivante
dalla fede. IO SONO IL SIGNORE DIO TUO. Se il padre ha un altro Dio,
il figlio seguirà la propria fede e si staccherà dal Padre e
pregherà per la sua conversione.
Staccarsi dalle cose del mondo per seguire le cose di Dio.
Ma ripudiare la propria famiglia,il proprio padre o la propria
madre come principio preso,anche e soprattutto per un religioso,
è male,è peccato.La famiglia è santa per natura.Se essa degenera
bisogna avere il coraggio di san Francesco. Bisogna,però,anche
cercare di convertirla al bene e soffrire per la sua incredulità.
San Pio, pur nelle Sue difficoltà, ebbe cura di affidare a persona
cara la propria madre moribonda e di portarle il conforto della
fede.Il distacco dalla famiglia può essere concepito solo come
distacco dal male.
Pur essendo nel Carmelo le tre sorelle carmelitane Maria Paolina e
Teresa  presero cura del Padre come poterono ed anche ebbero
pensiero delle sorelle Leonia e Celina che stavano vicino al Padre.
Gesù,in un mondo comandato e diretto da nemici,è vissuto in mezzo
al popolo, ad esso ha predicato il Vangelo, ad uomini e donne ha
comunicato la Buona Novella. Ha seguito la propria strada senza
curarsi delle mormorazioni delle trappole e delle persecuzioni
che sfoceranno nel martirio della Croce.Il popolo stesso griderà
"Crucifige" ma la VERITA' splenderà nella RESURREZIONE. Così il
sacerdote, e comunque l'uomo di Dio,sarà tra il popolo,vivrà
tra la gente ma nessuno gli strapperà dal cuore la VERITA'.

martedì 13 dicembre 2011

LE COSE COSI' COME STANNO

Siamo passati da un’economia nella quale si comprava e vendeva una cosa a
un’economia nella quale si comprano e si vendono titoli di credito,cioè il
commercio è su obbligazioni fatte dagli stati per spendere molto  più delle
entrate,cioè dei soldi incassati dallo Stato.
Chi passa alla riscossione del titolo di credito ne riceve il valore nominale.
Il problema è che lo stato si trova in condizioni di dover emettere nuove
obbligazioni sia per far fronte alla spesa corrente sia per le opere che vuole realizzare. Chi compra concede un prestito e lo vuole garantito da un interesse
tanto più elevato quanto più lo stato è in crisi,sia perché produce meno di quanto spende sia perché non ha una politica di stabilità,cioè di rientro dai debiti
che ha fatto e di pareggio del bilancio.
Al farsi del disavanzo hanno contribuito più fattori, i privilegi assegnati alla
classe  padrona composta dai dirigenti politici, dai dirigenti delle istituzioni pubbliche,
quelle dipendenti dall’autorità centrale e quelle dipendenti dalle autorità locali,
i criteri ed il mancato rigore adoperato dallo Stato nell’esigere i propri diritti
non solo per l’evasione fiscale enorme ma anche per il mancato reddito del
patrimonio dello Stato.
Il disagio economico si è accompagnato ad una crisi della produzione derivante
da un adeguamento al libero mercato. Nel liberal socialismo esiste una libera ed assoluta concorrenza alla quale il lavoratore è completamente assoggettato.
Può liberamente essere licenziato, il salario può essere adeguato sia alle necessità
operative della produzione sia ai salari  di altre zone dove la produzione può
essere trasferita.
In effetti il contemporaneo verificarsi di una crisi produttiva e di una crisi
finanziaria aggrava molto la situazione poiché, mentre deve provvedersi all’
eccessivo indebitamente che comporta tassi usurai,deve contemporaneamente
provvedersi alla crescita del prodotto interno lordo,cioè al superamento della
crisi produttiva dovuta al libero mercato.
Il prtimo malessere sociale che si risente ed aspramente è la disoccupazione.
Il numero enorme di essi rende difficile ed improbabile il rispetto delle garanzie. Il grande industriale vuol disporre dei dipendenti come cosa propria alla quale non deve garanzie.
La Fiat è un esempio tipico di una produzione che si sgancia da garanzie del lavoro
ed apre e chiude esclusivamente secondo convenienza propria di maggior guadagno.
Ai licenziamenti si aggiunge la disoccupazione giovanile,poiché è molto difficile
per un giovane appena diplomato o laureato trovare lavoro. In effetti 1 su tre
riesce a contrare contratti a tempo. Una delle piaghe più sentite e vergognose,
capaci di togliere al giovane quel poco di spirito di intrapresa che  gli rimane, è
l’assegnazione dei posti di lavoro ai figli di amici, a parenti propri,a giovani
raccomandati. Questo nei normali concorsi in cui il mancato rispetto della
trasparenza e dell’equità dovrebbe avere  conseguenze penali gravi.
La scarsa disponibilità di capitali ha gravato soprattutto sulla scuola e sulla sanità.
Sulla scuola per l‘assottigliamento del personale docente ed amministrativo, per la
stentata assistenza agli alunni diversamente abili,per il mancato rispetto della manutenzione sia ordinaria che straordinaria degli edifici, per lo scarso sovvenzionamento della spesa corrente con conseguente messa a carico delle famiglie
degli studenti.
In campo sanitario nella gestione cosiddetta normale di un ospedale,per le visite specialistiche e per le ricerche specifiche di malattie gravi l’attesa è prolungata,
in alcuni casi fino all’anno ed oltre. Per diminuire le spese sono stati associati i8n un unico ente amministrativo più ospedali,con conseguente carenza di funzionamento.
Le  analisi cliniche sono a carico del privato. Vi è diminuzione dei posti di pronto soccorso.
In effetti il rigore sulla povera gente non si paga solo direttamente. I costi dei servizi
sono aumentati (assicurazioni e benzina ad esempio,tariffe dei mezzi pubblici di trasporto), i prezzi stessi degli alimentari  e dell’abbigliamento. Gli interventi
sulle pensioni ci sono stati e rigorosi. Il passaggio al regime contributivo significa
che per la pensione quello che ci metti ci trovi. Sarà proposto l’innalzamento dell’età
pensionabile,blocco di stipendi e pensioni per un quadriennio,eliminazione delle pensioni di anzianità ed aumento oltre i quarantenni degli anni da lavorare per andare in pensione.
Insomma  per un trentacinque per cento delle persone in età di lavoro disoccupazione,
ingabbiamento e precarietà per chi lavora.
                                                                                                                     

lunedì 28 novembre 2011

AGONIA DI UN REGIME

AGONIA DI UN REGIME




La difficoltà maggiore è che il regime si mostra palesemente impari alla lotta per la sopravvivenza alla crisi e compone leggi e documenti senza per nulla ledere i privilegi ingiusti accumulati e continuando ad inserire clausole di salvaguardia per le irregolarità commesse.Ma ad esso non si contrappone una opposizione in grado di affrontare l'emergenza. Se si pensa che l'Europa abbia potere e volontà di aiutare rimettendoci del proprio,si è al di fuori della realtà.
Nonostante le cattive ed agitate e non limpide acque nelle quali nuota, è l'Italia
che ,da sé, deve trovare la forza di risorgere.
L'appello reiterato del Presidente della Repubblica a collaborare insieme ed a farsi guidare dai migliori e più esperti politici ed economisti riassume la situazione in maniera chiara ed indica,in modo trasparente, come si possa aprire la porta alla speranza.
Intanto l'indice più significativo del degrado della nazione, quello della disoccupazione giovanile, ha raggiunto un punto di non ritorno. Le zone di Italia
nelle quali la disoccupazione giovanile è arrivata al 28% e neanche i giovani più preparati e qualificati trovano occupazione,avranno forse un residuo di società civile,ma è chiaro che la maggiore azienda ,cioè la malavita,guida e fornisce la sopravvivenza.
In queste zone non vi è una attività di rifugio.Le città, le campagne avrebbero bisogno di essere recuperate.Questo recupero costituisce il presupposto della ripresa.Per questo lavoro forse non sarebbe sufficiente il numero di giovani disoccupati. E vi sarebbe bisogno solo di disciplina rigida e di controllo rigoroso del lavoro.Quando le campagne e la costa avessero riacquistata salubrità e le città la loro vivibilità ordinaria, sicura e serena,il Meridione sarebbe fonte di ricchezza e motore di progresso. Ma ci vorrebbero dirigenti onesti e coraggiosi ed al servizio degli altri e non di sé.
Intanto,invece di incentivare una ripresa, si tartassano i poveri.
Le quattro aree nelle quali maggiormente avviene la premitura del deboli,sono:
il lavoro,la scuola, la sanità,la previdenza sociale.
Intanto,nonostante l'attacco socialradicale -le unioni gay,le unioni di fatto ,l'aborto ecc...- a dispetto del relativismo religioso e del massimalismo tecnico scientifico -la famiglia resiste e, nel bisogno, rinsalda i suoi legami.
Vi è bisogno che le famiglie si uniscano, si leghino tra loro,difendano i propri diritti e fruttino,in prospettiva,una classe dirigente che non badi ai propri affari ma a quelli del popolo. Questo rispetto dell'etica è, di questi tempi imprescindibile. Senza di esso non si apre la porta della speranza verso l'avvenire.

LA PORTA DELLA SPERANZA








LA PORTA DELLA SPERANZA


L’ economia usa masse di esseri umani come componenti di servo unità.
I singoli governi o, come sarebbe augurabile, il governo dell’ UE, che
dovrebbe esserci e non c’è, dovrebbero orientare l’economia ed il mercato
verso il benessere  di tutti. Avviene, invece, che la dinamica della scala
sociale venga rallentata fino alla scomparsa del raccordo tra la base e la cima.
La ricchezza prodotta doveva essere distribuita, secondo criteri di necessità
di equità e di merito, viene ,invece redistribuita dal basso verso l’alto.
La crisi è un accumulo di ricchezza nelle mani di una minoranza. E’ vero che devono
essere attuate, in Italia, riforme di adeguamento ad oggi di uno stato sociale
fermo da troppo tempo. E’ vero  anche che devono essere varate regole di
orientamento e di azione capaci di indirizzare al bene comune e non all’esclusivo
interesse di pochi l’azione economica.
Per effetto dell’attuale crisi  si assiste all’indebolimento del sistema politico. Di
esso vengono giustamente rilevati i difetti di auto gratificazione, non solo a
livello di organi  di governo – centrali e locali – ma di sistemi parastatali indotti.
Il rimedio è il rigore della disciplina, la trasparenza dell’azione, la chiarezza
e la pubblicazione leggibile della contabilità. Tutto nella quantità di un possibile
ormai irrinunciabile.
Certamente  un popolo è un organismo complesso. Considerando al centro l’individuo,
diremo che esso vive e si muove entro cerchi di raggio sempre maggiore,
corrispondenti  a comunità di grado via via crescente e tutte scindibili. L’ultima
comunità non è più scindibile ed è elemento costitutivo delle comunità più complesse.
Quando il dominio arriva alla scissione della famiglia la nazione si avvia al degrado
ed il ricambio non è più assicurato.
Leggiamo, nel tentativo di interpretare la gravità di questa crisi, la sua incapacità
di garantire una sopravvivenza alla civiltà dell’uomo, il danno che da essa hanno
ricevuto le famiglie ed, in particolare, la loro proiezione verso l’avvenire, cioè
i giovani ed i bambini.
Giuseppe de Rita :”La povertà arriva nelle situazioni che fino a 5 anni fa erano il
presidio della nostra ricchezza.”
Il 50% delle famiglie italiane non arrivano a fine mese.
Il 15% dei nuclei familiari deve intaccare ogni mese i propri risparmi ed il 5%
ricorrere ad aiuti e prestiti.
In Italia vi sono 10 milioni 229 mila minori. Di essi il 18% vive in povertà ed il 6,5% in
condizione di povertà assoluta.
Il divario Nord-Sud per la povertà delle famiglie ed i minori poveri è cresciuto. A
Nord si resta nell’ordine delle unità. Nel Molise sono povere il 16% delle famiglie,
in Campania il 23%, in Basilicata il 28%,in Sicilia il 27%.
I minori poveri in Sicilia sono il 44%, in Campania il 39,9%,in Basilicata il 31%.
Su questa situazione di crisi e di povertà incide in maniera decisiva l’intervento
restrittivo del Welfare sulla sanità e sulla scuola.
Nella sanità gli esami clinici – sia le analisi che gli esami radiografici – sono a carico
del privato e l’attesa per una visita specialistica può arrivare all’anno.
La maniere di agire  e l’esagerata remunerazione del personale
dirigenziale, amministrativo, di collaborazione esterna non sono proprie di chi,
nell’ambito di una giustizia sociale rinnovata, aspiri a far rinascere la Nazione.
In effetti meraviglia il permanere di privilegi ed abusi nel personale addetto ad una
istituzione, proprio di chi ancora non si rende conto che il permanere e migliorare
  della istituzione a servizio dei cittadini,dipende dal comportamento di ognuno.
  La prima ed essenziale riforma che il governo deve varare è quella che impone
  il rispetto dei fini istituzionali e che ogni azione sia coerente con essi. In ogni grado.
  Così il Presidente del parlamento,come il singolo parlamentare,come lo
  stesso usciere, né una istituzione può possedere un organico superiore a quello
 necessario  a garantire il suo funzionamento.
  In conclusione non si devono eliminare le pensioni di invalidità,ma si devono attribuire
   ai soli invalidi. Se il cittadino cozza contro l’inevitabilità del rispetto della norma,
 e, trascinando a rovina tutto il mondo clientelare, comprende che l’istituzione
  è sua, nasce la possibilità  di vivere in una nazione civile, la possibilità di vivere
  senza poveri, di vedere aperta all’Avvenire la Porta della Speranza .Se nasce il
 Cittadino, l’Italia rinasce più bella,più forte,più ricca di ieri.
  E’ per questa ragione che le famiglie si devono unire, perché comprendano che è loro
  interesse, interesse delle famiglie, difendere le ASL come ogni singola scuola, come i
  Sindacati e provvedere che funzionino davvero e lo facciano in maniera onesta e
 trasparente.
  Si è quasi quasi arrivati in una situazione in cui l’etica si accoppia all’efficienza e
  garantisce  benessere e civiltà nel rigore della trasparenza.

VIVA LA FAMIGLIA


mercoledì 19 ottobre 2011


Questa crisi economica mangia una parte consistente del risparmio delle famiglie. Rende precarie le condizioni di lavoro ed incerti i salari,incerta la sicurezza alimentare e la sanità.insicuri i diritti umani e la previdenza sociale,istruzione e ricerca,la stessa funzione delle istituzioni e della democrazia.

Il neo liberismo,origine e causa del male di oggi,tende a realizzare una sottomissione totale dell'esistenza alla razionalità economica,cioè al guadagno,l'uomo e l'ecosistema.

Questo dominio assoluto porta alla distruzione della civiltà ma procura,ed, in tante parti dell'Africa ha già causato,la morte della natura e delle popolazioni. L'aggressione oggi la porta al mondo occidentale e noi abbiamo scarse probabilità di sottrarci al tramonto definitivo della società e della vita,se non ricorriamo alla difesa passiva gandhiana della cellula fondante della civiltà, cioè della Famiglia.
Nella famiglia crescono i piccoli con il latte materno. Ed è proprio la figura della madre che il liberismo tende a cancellare. Le leggi sulla maternità rimangono inapplicate e la maternità stesssa è un ostacolo al lavoro.E così il liberismo colpisce scuola e formazione, cioè le speranze dei giovani, la speranza che ci sia una civiltà, che si rinnovi e non si spenga del tutto.

Viva la Famiglia. Insieme si resiste alla coda del Diavolo, perché non rimanga inascoltata la voce della Madonna.Ha parlato di un asssalto totale non solo alla vita dell'uomo ma alla stesssa vita del creato. ALMA MATER.
Fa che questa alleanza,questa Lega delle Famiglie,si realizzi in ogni luogo, che dandoci una mano nel segno della Trinità Beata resistiamo agli attacchi, ai piccoli un nido caldo e protetto,ai giovani la speranza dell'Avvenire, agli anziani l'assistenza familiare necessaria e la serenità di lasciare una vita che persiste e si vivifica di nuovo. Siamo forti perché Gesù ci accompagna lungo la strada della salvezza.